Ero sollevato perché avevo giocato molte partite prima di farlo. Era un terzo tempo; ho preso il rimbalzo e dopo l’ho solo messa dentro e tutta la palestra è impazzita: mia mamma, i miei amici, tutti impazziti. Non ho esultato, sapevo che avevo ancora tutta la partita da giocare, ero esaltato e non potevo mostrarlo, ma dentro di me ovviamente stavo festeggiando.
Negli spogliatoi e fuori dal campo parlavo con i miei amici e compagni di squadra del futuro nel mondo del basket professionistico. La mia statura mi stava sostenendo nella realizzazione di questo obiettivo e dovevo solamente focalizzare bene come raggiungerlo, ma sapevo di potercela fare.
La mia squadra del liceo era una delle migliori nel Paese e la stagione è stata particolarmente difficile perché tutti davano il loro meglio quando ci affrontavano. Tuttavia, siamo stati bravi a tenere duro e abbiamo vinto 38 partite durante quell’anno, perdendo solamente l’ultima gara di campionato. Il mio liceo ha molta storia e porta con sé molte leggende.
Quando ho fatto il giuramento a Georgetown ero molto emozionato: quello era il College preferito di mio padre ed è un’ottima università, perciò mi sentivo fiero in quanto avevo reso orgogliosi anche i miei genitori.
Quando passavo con la macchina davanti le arene delle franchigie NBA, volevo sempre essere lì dentro a giocare per un club; credo sia il sogno di ogni ragazzo che gioca a pallacanestro. Quando questo è accaduto, mi sono sentito realizzato e pronto a dare il meglio di me gara dopo gara.
È stato uno dei periodi più belli della mia vita, mi sono divertito molto. Avevo preso confidenza con il gioco nella NBA e crescevo di partita in partita. Inoltre, è stato davvero emozionante giocare contro delle leggende che ammiravo quando ero un bambino.
È stata una stagione molto difficile perché eravamo i favoriti e avevamo pressione a ogni gara disputata. Portare il nome di Roma sulla maglia non è semplice, ma onorarlo e riportare una storica società italiana nella massima Serie è stato molto emozionante.
Sono stato molto felice per me, in quanto il premio è stata una ricompensa di un anno di sacrifici, sia sul campo che fuori e riceverlo mi ha gratificato davvero molto.